Iperidrosi palmare
Sudorazione eccessiva
della regione palmare
L'iperidrosi (sudorazione eccessiva) è un condizione patologica che consiste nell'aumentata produzione di sudore da parte delle ghiandole sudoripare.
La sudorazione è un fenomeno naturale necessario per la regolazione della temperatura corporea. La secrezione del sudore è mediata da stimoli nervosi che originano dal sistema neurovegetativo: il sistema nervoso simpatico, con i suoi gangli localizzati bilateralmente ai lati della colonna vertebrale, nella porzione superiore del cavo pleurico, subito al di sotto della pleura.
L'iperidrosi colpisce citca l'1% della popolazione e si manifesta più frequentemente a livello palmare, ascellare, faciale o plantare. Si manifesta inizialmente durante l'adolescenza e causa notevoli disagi dal punto di vista fisico, psicologico e sociale. Situazioni di particolare ansia e stress possono incrementare l'entità del problema, con una sudorazione che va da un modesto aumento dell'umidità della cute fino alla formazione di gocce vere e proprie; possono essere associati disturbi a carico della microcircolazione (mani fredde per una contrazione del distretto della microcircolazione). Nella maggior parte dei casi l'iperidrosi è "idiopatica", cioè non legata ad una condizione patologica particolare e è non associata ad una chiara causa. In altre situazioni può essere secondaria ad altre patologie (ipertiroidismo, menopausa, altre disfunzioni ormonali); in questo caso l'incremento della sudorazione è diffuso su tutto il corpo e la terapia è diretta al controllo della patologia di base. Una volta esclusa la presenza di disfunzioni ormonali o di altre possibili cause, la diagnosi di iperidrosi idiopatica è esclusivamente clinica.
In caso di insuccesso delle terapie farmacologiche topiche, la Simpaticectomia Toracoscopica offre un'alternativa terapeutica valida e viene effetuata in un numero sempre maggiore di pazienti.
I principi di questo approccio chirurgico sono basati sull'interruzione dei nervi e gangli che trasmettono i segnali alle ghiandole sudoripare. La catena del simpatico (T2, T3) puè essere coagulata, divisa, asportata, o chiusa mediante clips in titanio. I risultati con le diverse tecniche sono assolutamente sovrapponibili.
La selezione dei pazienti deve essere acurata e basata soprattutto sulla sede predominante della sudorazione (l'intervento è meno efficace per la sudorazione faciale o del capo e per quella ascellare).
La valutazione per l'intervento chirurgico, in assenza di comorbidità, comprende l'esecuzione di un pannello completo di esami ematochimici, un elettrocardiogramma con visita cardiologica e delle prove di funzionalità respiratoria.
Nonostante l'iperidrosi palmare sia una patologia bilaterale, si preferisce effettuare l'intervento prima da un lato e successivamente dall'altro, allo scopo di abbreviare i tempi operatori ed il trauma per il paziente. La scelta del lato dal quale cominciare viene lasciata al paziente, ma generalmente viene effettuato dal lato predominante (sinistra per i mancini).
L'intervento viene eseguito in anestesia generale, con il paziente in posizione semiseduta o in decubito laterale. Viene generalmente eseguito con una o più incisioni a livello della regione ascellare che consentono l'introduzione di una telecamera e degli strumenti necessari per effettuare le manovre chirurgiche. Al termine dell'intervento viene generalmente insertito un tubo di drenaggio che può essere rimosso al termine della procedura chirurgica o nelle ore immediatamente successive. Il paziente viene generalmente dimesso il giorno successivo all'intervento dopo i controlli di routine.
L'intervento è gravato da pochissime complicanze, la magior parte delle quali si risolve con un modesto incremento della durata della degenza (uno - due giorni). La complicanza più temuta è senza dubbio la Sindrome di Horner, dovuta alla lesione del primo ganglio toracico, il ganglio stellato, localizzato immediatamente al di sopra del punto dove deve iniziare la coagulazione della catena del simpatico. Può esssere transitoria od irreversibile. In alcuni casi può verificarsi uno pneumotorace, cioè l'accumulo di aria all'interno del cavo pleurico. Può essere secondaria ad una incompleta aspirazione dell'aria accumulata durante l'intervento all'interno del cavo pleurico o ad una piccola lesione della superficie del polmone. Generalmente si riassorbe spontaneamente entro poche ore senza necessità di ulteriore trattamento. In alcuni casi è necessario posizionare nuovamente un drenaggio toracico per consentire la riespansione del polmone; in questo caso la degenza ospedaliera può allungarsi di qualche giorno. Una terza complicanza è legata al fallimento del risultato: il paziente non trova alcun giovamento dall'intervento; si tratta comunque di un evento assai raro.
Il dolore dopo l'intervento è solitamente ben controllabile con i normali farmaci antidolorifici, che possono essere infusi per via endovenosa mediante elastomero nelle 24 ore successive all'operazione. Il dolore che permane oltre le 24 ore è generalmente da imputare ad un'irritazione del nervo intercostale o della pleura. Anche in questi casi la risposta alla terapia antalgica è generalmente eccellente. Tuttavia, in un numero di pazienti molto ridotto, può continuare una situazione di dolore cronico fastidioso e difficile da controllare dal punto di vista farmacologico.
La simpaticectomia toracoscopica consente la risoluzione del problema nella stragrande magioranza dei pazienti. Il paziente si risveglia dall'anestesia con la mano dal lato operato calda ed asciutta. In molti casi si riscontra anche una diminuzione della sudorazione a livello ascellare e faciale. L'eventuale miglioramento della sudorzione plantare è molto raro, imprevedibile, e non se ne conosce il meccanismo. Circa la metà dei pazienti nota dopo l'intervento la comparsa di una sudorazione compensatoria in altre parti del corpo, in particolare a livello del tronco o delle gambe; più raramente in altre regioni del corpo. Nella maggior parte dei casi la sudorazione compensatoria tende a ridursi gradualmente nel corso dei mesi successivi; tuttavia, in alcuni casi, può permanere a tempo indeterminato. Nella maggior parte dei casi questa situazione viene descritta dai pazienti come un inconveniente molto più tollerabile e meno fastidioso dell'iperidrosi per la quale sono stati sottoposti all'intervento chirurgico.